Hai una carta revolving? Hai pagato gli interessi su detta carta? Gli interessi stipulati dalla tua banca possono essere abusivi. A&O Abogados, i tuoi avvocati civili in Spagna, ti espone le chiavi di tale reclamo.
Innanzitutto è fondamentale sapere in cosa consiste la carta revolving. L’utilizzo della carta sottoscritta con l’ente implica la possibilità per l’utente di pagare periodicamente l’importo degli acquisti (mediante una percentuale dell’importo smaltito o un importo fisso mensile), in modo tale che l’ente accrediti gli acquisti di beni di consumo per la loro restituzione maggiorata degli interessi a termine, operando come credito al consumo.
Vediamolo con un esempio. Un uomo, Andrés Ortega, firma una carta con la banca con la quale fa i suoi acquisti mensili. L’ente accredita all’utente un importo mensile che verrà rateizzato nei mesi successivi con un tasso di interesse. Immaginiamo che il mutuatario abbia 2000 euro. Con i suoi acquisti del mese consuma 1.500 euro di quel saldo. Quindi, durante quel mese puoi avere solo 500 euro. All’inizio del mese successivo, l’utente deve rimborsare all’ente l’importo pattuito. Inoltre, l’entità riceverà interessi per l’importo ceduto (1500 x TAE).
In questa tipologia di contratti, l’ente solitamente riaccredita l’utente all’inizio del mese successivo, applicando tale credito per soddisfare l’importo non pagato del mese precedente. Nel nostro esempio, Andrés dovrà pagare nuovamente gli interessi per l’importo erogato (anche se non lo ha fornito), ovvero per 1000 euro più TAEG, ricevendo interessi che INCREMENTANO IL SALDO A DEBITO all’ente fino a quando l’utente non immette beni nell’assegno.
In conclusione, Andrés entrerà in una spirale di un nuovo saldo accreditato-attribuzione di pagamento a un debito precedente-maturazione di interessi che cresceranno su base mensile.
Su quali basi si basa la richiesta di carta revolving?
Va tenuto in considerazione quanto sopra: questa attività legale bancaria funziona come un credito al consumo. Di conseguenza, per la sua finalità, si svolge presso i consumatori, essendo applicabili le norme a tutela dei consumatori e degli utenti. Si consideri che si tratta di contratti in cui l’utente non ha la capacità di negoziazione, manifestando la sua autonomia solo nell’accettazione o nel rifiuto in blocco delle specifiche predisposte dall’ente, configurandosi come contratto di adesione.
Tutto ciò fa sì che detto disciplinare sia suscettibile di controllo abusivo sia per l’incorporazione che per la trasparenza delle condizioni in esso contenute.
Su cosa è incentrata la richiesta di tasso di interesse?
L’azione si concentra sull’applicazione della cosiddetta legge Azcárate, o legge della repressione dell’usura del 1908. Detta legge afferma nel suo articolo 1 che
“Qualsiasi contratto di mutuo che preveda un interesse notevolmente superiore al tasso normale del denaro e manifestamente sproporzionato rispetto alle circostanze del caso o a condizioni tali da essere leonine, essendoci motivo di ritenere che sia stato accettato dal mutuatario a causa della loro situazione angosciante, la loro inesperienza o facoltà mentali limitate.
E’ nullo anche il contratto in cui si presume sia stato ricevuto un importo superiore a quello effettivamente consegnato, qualunque sia la sua entità e le sue circostanze. Sarà nulla anche la rinuncia alla giurisdizione, all’interno della popolazione, operata dal debitore in questo tipo di contratto.
In applicazione della suddetta norma alle azioni relative alle carte revolving, la Suprema Corte è venuta a precisare nella sentenza della Plenaria 628/2015, del 25 novembre, che crea di per sé giurisprudenza che può sintetizzare i requisiti per la prosperità di l’azione intrapresa nei confronti di tali carte in relazione al tasso di interesse nei seguenti casi:
i) La disciplina sulle clausole abusive nei contratti conclusi con i consumatori non consente di controllare la natura “abusiva” del tasso di interesse remunerativo, mentre la clausola che stabilisce tale interesse disciplina un elemento essenziale del contratto, quale il prezzo del servizio, purché soddisfi il requisito di trasparenza. L’espressione del TAEG è un requisito essenziale, sebbene di per sé non sufficiente, affinché la clausola che stabilisce l’interesse remunerativo possa considerarsi trasparente.
ii) Perché l’operazione di credito sia considerata usuraria è sufficiente che ricorrano i requisiti di cui al primo comma dell’art. 1 della Legge per la Repressione dell’Usura, cioè “che sia stipulato un interesse notevolmente superiore al normale per denaro e manifestamente sproporzionato rispetto alle circostanze del caso”, senza che sia richiesto che, cumulativamente, sia richiesto “che sia è stato accettato dal mutuatario a causa della sua angoscia, inesperienza o limitate facoltà mentali”.
iii) Premesso che ai sensi dell’art. 315, secondo comma, del Codice di Commercio, “qualsiasi beneficio pattuito a favore del creditore è considerato interesse”, la percentuale che deve essere presa in considerazione per determinare se l’interesse è notevolmente superiore alla normale somma di denaro non è tasso annuo nominale, ma piuttosto equivalente (TAE), che viene calcolato tenendo conto di eventuali pagamenti che il mutuatario deve effettuare al mutuante per il prestito, secondo standard legalmente predeterminati.
iv) Per determinare se l’operazione di prestito, credito o simile è usuraria, l’interesse con il quale deve essere effettuato il confronto è il “denaro normale”. Per stabilire ciò che è considerato “interesse normale”, possono essere utilizzate le statistiche pubblicate dalla Banca di Spagna, sulla base delle informazioni che gli istituti di credito devono fornire mensilmente sui tassi di interesse applicati a vari tipi di operazioni attive e passive. Non è corretto usare come termine di paragone l’interesse legale del denaro.
v) Non è corretta la decisione del Tribunale provinciale di ritenere “non eccedente” un interesse ampiamente eccedente l’indice posto in istanza come significativo del “normale interesse del denaro” (tasso medio dei prestiti al consumo), poiché tale la questione non era tanto se tale interesse fosse eccessivo o meno, quanto se fosse “notevolmente superiore al denaro normale e manifestamente sproporzionato rispetto alle circostanze del caso”, e una differenza così importante rispetto al tasso medio preso a riferimento ci consente di considerare l’interesse stipulato come “significativamente superiore al normale per denaro”.
vi) Resta a carico del creditore l’onere di provare il concorso di circostanze eccezionali che giustifichino la stipula di interessi significativamente superiori a quelli normali nelle operazioni di credito al consumo.
vii) Il rischio derivante dall’elevato livello di mancati pagamenti legati ad operazioni di credito al consumo concesse in maniera agile e senza un’adeguata verifica della capacità di pagamento del debitore non può essere considerato come circostanza eccezionale che giustifichi un interesse significativamente superiore al normale denaro. la concessione irresponsabile di prestiti al consumo a tassi di interesse molto più elevati del normale, che facilita l’eccessivo indebitamento dei consumatori e comporta che coloro che adempiono regolarmente ai propri obblighi debbano sopportare le conseguenze dell’elevato livello di inadempienze, non possono essere tutelati dall’ordinamento giuridico.
Come posso rivalermi con la banca?
Prima dell’esercizio dell’azione deve essere richiesto alla banca l’eliminazione delle clausole e la pretesa degli effetti restitutivi costituiti dalle somme indebitamente percepite e dagli interessi su tali somme. L’ente avrà un termine di due mesi per rispondere a tale lettera, trascorso il quale le azioni potranno essere promosse dinanzi al giudice competente.
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